30/09/13

Per non dimenticare le vittime della "mala assistenza"




Commozione, lacrime e anche un po’ di rabbia hanno caratterizzato la giornata conclusiva di questa iniziativa, finalizzata a promuovere l’attivazione di un ufficio Regionale che verifichi, all'interno delle strutture assistenziali, sia pubbliche che private, il livello di accoglienza alberghiera e il rispetto delle norme disposte, dal Ministero della Salute, per garantire il benessere psicofisico e la dignità del cittadino – paziente.
Nessuna risposta e nessun segnale ci sono giunti ne dal Ministro della Salute ne dal Presidente della Regione Campania, ai quali avevamo consegnato una formale richiesta di interessamento per questo doloroso aspetto negativo dell’Ospedalizzazione in Campania.
Ringraziamo Barbara N., Peppe M. e Claudia B. per aver  testimoniato,  raccontando attraverso il proprio dolore, una realtà che si tende a nascondere, per paura o ignoranza. Barbara e Claudia oggi orfani entrambi del papà.  
Ringraziamo invece i medici Luigi dell’ospedale Ascalesi e Antonio dell’Ospedale Incurabili, che  rappresentano il fare solidale di una medicina che non dimentica “la persona”
Ringraziamo Teresa e Giuseppe, che hanno ritirato il riconoscimento per la mamma Anna Mangiacapra, una O.S.S. del vecchio Policlinico, purtroppo deceduta. Una persona meravigliosa per come si occupava dei pazienti, con umanità e professionalità. Un esempio indimenticabile.  
Ringraziamo Marika , badante extracomunitaria, che con buona volontà, seguendo un protocollo di prevenzione LDD ha impedito e impedisce che le piaghe da decubito infettino la sua assistita, Maria, una nonnina di 98 anni e ringraziamo suo nipote Maurizio, per aver deciso di non ospedalizzare l’anziana zia, colpita da ictus,  e di praticargli le cure di riabilitazione in casa, tra le sue cose e i suoi ricordi.
Ringraziamo chiunque si dia da fare per umanizzare l’Ospedalizzazione.

Tonya, Valentina, Patrizia, Antonio, progetto Medicina Solidale dell’Associazione No Comment

Napoli , sintesi dell' incontro -manifestazione del 29 settembre 2013

25/09/13

Appello al Ministro della Salute, Onorevole Beatrice Lorenzin

Onorevole Ministro Lorenzin,
                                Affidiamo questa richiesta-appello,  alla Vostra sensibilità e alle Vostre competenze, affinché Vi adoperiate, istituzionalmente, per verificare e, nel caso, fare quanto in Vostro potere, per garantire che all'interno dei Presidi Ospedalieri pubblici e privati, presenti sul territorio Regionale Campano, siano tutelati la dignità e il conforto alberghiero che spettano al cittadino ospedalizzato.

Onorevole Ministro, della disumanizzazione presente nelle corsie degli ospedali Campani si parla poco e poche sono le denunce ad essa correlate. Una omertà motivata dalla paura“da paura assistenziale”, che costringe i “pazienti – ostaggio” al silenzio. La disumanizzazione riguarda soprattutto l’aspetto alberghiero del ricovero ospedaliero e il relativo comfort psico-fisico, spesso negato, che invece dovrebbe essere riservato, di diritto, al cittadino-paziente. Un "disservizio" tanto frequente, da spingere perfino le ASL a promuovere corsi ECM sulla umanizzazione dell’assistenza. Negli ultimi mesi , proprio da alcuni Presidi Ospedalieri cittadini ci sono giunte diverse segnalazioni da parte di parenti dei pazienti ricoverati , segnalazioni che, precisiamo, non mettono sotto accusa l' assistenza sanitaria, ma che denunciano invece il comportamento spesso inumano di una parte del personale addetto all'assistenza. A tutt’oggi, le figure professionali deputate all’accoglienza alberghiera e alla cura igienica del cittadino ospedalizzato non sembrano, perlomeno in base alle segnalazioni che ci arrivano dalle diverse realtà ospedaliere della Regione, adempiere in maniera ottimale ai compiti imposti dalle proprie competenze. Competenze che sempre più spesso vengono delegate, quasi in “ sub appaltato”, ai parenti degli stessi pazienti. Un fare che alimenta il proliferare di un mercato nero delle badanti di corsia, gestito da  faccendieri che, senza alcuna competenza professionale praticano, dietro compenso, il lavoro che dovrebbe essere svolto unicamente dal personale ausiliario di ruolo. Le chirurgie, i reparti ortopedici e neurologici , delle strutture Sanitarie Pubbliche, sono infestati da questi personaggi che circolano, non si sa a quale titolo, liberamente nelle corsie a caccia di clienti. Così che l’ordinaria pratica assistenziale dovuta al paziente, diventa un diritto a pagamento. Una cattiva abitudine che penalizza i ricoverati poveri o soli, impossibilitati a garantirsi l’attenzione alberghiera e la cura igienica della persona, come invece è previsto. Le piaghe da decubito, che straziano i pazienti anziani e oncologici, sono la prova più dolorosa di questo fare. Pur riconoscendo lo spirito di sacrificio e il senso del dovere di tanti infermieri e socio sanitari, non possiamo non prendere atto e segnalarVi che, per mancanza di controlli su inadempienze individuali e a volte sulla discutibile gestione di interi reparti, questa pratica è riscontrabile in molte Strutture Ospedaliere  Campane. Anche se in parte tale “disservizio” è riconducibile alle scarse risorse umane disponibili, questa "mala degenza" non può essere giustificata se dovuta alla mancanza di disponibilità professionale e alla svogliatezza di alcuni operatori, che negano di fatto i diritti più elementari del cittadino paziente: igiene personale, cambio biancheria e aiuto nella somministrazione del cibo.

Onorevole Ministro, era il 1979 quando per la prima volta viene pronunciata, in una lettera denuncia, la frase< perché non accada ad altri> a scriverla fu una mamma, la signora Maria Grazia, dopo che vide morire la propria bambina in ospedale , in condizioni disumane. A distanza di oltre 30 anni, la disumanizzazione che accompagna l’assistenza sanitaria in Italia, soprattutto al sud, non è stata del tutto estirpata. Il cittadino –paziente continua ad essere trattato da molti operatori, unicamente come soggetto di lavoro e non come persona.

Queste, Onorevole Ministro, le ragioni che motivano la nostra richiesta.

Cordialmente,

Antonietta Tondi, progetto Medicina Solidale associazione No Comment
Antonio Alfano, presidente associazione culturale No Comment

Napoli - settembre 2013


Progetto Medicina Solidale–Associazione culturale No Comment 

24/09/13

Per il diritto ad un'assistenza solidale

Sulla carta dei Servizi tra cittadino - paziente e strutture Sanitarie, ci sono scritte cose bellissime ma nei fatti, per mancanza di risorse, di controlli e la sfrontata svogliatezza di alcuni operatori, il cittadino-paziente viene trattato sempre più spesso solo come paziente da curare e non anche come persona. Come associazione, abbiamo chiesto alle Istituzioni competenti l'attivazione di un Servizio, con funzione di controllo e monitoraggio, finalizzato a garantire che, all'interno delle strutture Sanitarie Campane, siano sempre tutelate per il  cittadino paziente la dignità della persona e il diritto ad usufruire di una ospedalizzazione confortevole e soprattutto umanizzata.
In merito a tale iniziativa, i coordinatori del progetto Medicina Solidale, incontreranno a Napoli, il 29 settembre 2013 (alle ore 11, fuori al bar Gambrinus), i parenti di alcune delle vittime della disumanizzazione e alcuni operatori che questa disumanizzazione invece la combattono con il proprio fare solidale.
Saranno consegnate delle piastrine in acciaio, nominative , per non dimenticare il dolore e il coraggio di chi, in questa realtà, ci è passato nella malattia o la combatte come operatore . Nessuna cerimonia in pompa magna, dopo il caffè e le consegne delle piastrine in piazza del Plebiscito, andremo a casa di nonna Maria (a100metri) per rendere visibile il positivo di una assistenza domiciliare praticata con coscienza e attenzione solidale.

Tonya e Antonio, progetto Medicina Solidale, per un'assistenza solidale

23/09/13

I numeri della Mala Sanità in Italia

Nel 2012 i casi di malasanità in Italia, registrati dalla commissione di inchiesta della camera, sono stati 570, mentre le morti sospette nell'ultimo triennio, riconducibili alla cattiva pratica medica, sono stati 400. Una media di 12 decessi al mese. Di questi casi ben 104, uno su cinque, riguarda inadempienze verificatosi prima , durante e dopo il parto. Oltre la metà sono stati denunciati in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia. Secondo le stime dell'ANIA, le denunce a carico delle strutture sanitarie, registrate negli ultimi 15 anni, sono triplicate. Nel 1994 i casi denunciati erano 9.567, mentre nel 2009 sono diventati 34.035 e 33.682 nel 2010 ( dei quali 21.353 avvenuti all'interno di una Struttura Sanitaria). Ma non sempre le vittime sono riconducibili alla cattiva pratica medica o infermieristica, una discreta percentuale dei decessi per malasanità è da addebitare a disservizi , a carenze strutturali e alle infezioni ospedaliere, che in Italia infettano il 5- 8% per cento dei ricoverati, vale a dire circa 450mila-700mila infezioni. Il centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie stima che le infezioni potenzialmente prevenibili sono il 30 per cento e quindi ogni anno si potrebbero evitare tra i 1.350 e i 2.100 morti. Mancano del tutto, nell'inchiesta della commissione,  i dati sulla disumanizzazione ospedaliera, il male oscuro della degenza italiana, una realtà imbavagliata dall'omertà e dalla indifferenza. Una realtà che intendiamo rendere visibile….senza se e senza ma!

Progetto Medicina Solidale, dell'associazione culturale No Comment.
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