Delle 458.151nascite registrate in Italia nel 2018, per circa
1000 di loro è stata diagnosticata l’ Encefalopatia ipossico- ischemica,
patologia in parte provocata dalle conseguenze di un parto prematuro o da una rara matrice genetica, ma per la maggior parte imputabile ad una cattiva
pratica medica. Il danno cerebrale per il neonato, rilevabile da subito
attraverso l’EEG e la RM, è spesso devastante, arginabile nelle prime 6 ore di vita con la "terapia del freddo", che limita i danni cerebrali ma non li recupera. Il futuro del nascituro da parto asfittico sarà compromesso per sempre, come anche la qualità di vita della sua famiglia.
Pubblichiamo la straziante
testimonianza di una giovane mamma che entrata sorridendo in sala parto ne è
uscita senza più un futuro normale per lei e per il suo bambino. Ha cercato risposte Valentina, risposte che non sono mai arrivate. Nella stessa giornata, nel medesimo Presidio Ospedaliero, nella medesima sala parto una partoriente, lasciata sola, vede scivolare la propria figlia dal grembo, cadere a faccia a terra e morire.
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All’attenzione del Direttore
Sanitario: Dott…………………………………
E.P.C. All’attenzione del Direttore Generale: Dott. …………………….
Dott…………………….sono
Valentina…………., una paziente dell’ Azienda Ospedaliera, dimessa il ………….
Sono stata ricoverata il …….maggio 2019
presso il Dipartimento ad Attività integrata Materno Infantile diretto dal
professore………………………………………………………il , in
sala parto ho dato alla luce mio figlio Luigi. L’ho visto mentre lo tiravano via da me sporco
di sangue. I miei genitori e quelli di mio marito erano in corridoio e se lo
sono visto passare sotto gli occhi, in incubatrice, intubato e scuro in volto.
Erano più o meno le 10,20 Luigi veniva
ricoverato in Terapia Intensiva Neonatale per difficoltà respiratorie. Da quel
momento nessuno ha saputo, o voluto dirmi cosa è successo. - Dott. ………….., non potete neanche immaginare quanta
disperazione e quanta angoscia hanno accompagnato quei momenti e le ore a seguire.
E quanta disperazione e quanta angoscia ancora viviamo io, mio marito e i
nostri cari per un evento che da gioioso si è trasformato in dramma. Nessuno
sa, o non vuole spiegarci, cosa è accaduto nelle ultime fasi del parto. Ci
hanno lasciati soli, senza alcun supporto psicologico. Spariti tutti, a cominciare dal mio ginecologo personale, lo
stesso professore…………, che non è mai venuto a visitarmi in reparto e che a
tutt’oggi non ci ha neanche contattati
telefonicamente. Sono diventata per
tutti, solo la paziente sfortunata del
letto 403.
Parto asfittico, questa la diagnosi del ricovero
alla T.I.N. - Ma cosa l’ha provocato? La risonanza magnetica ha evidenziato danni
cerebrali al cervello del piccolo Luigi, che ora è ricoverato in Sub Intensiva,
sempre presso l’ Azienda Ospedaliera …………………
Durante
tutto il periodo della gravidanza, gli esami clinici e strumentali sono sempre
stati ottimi. Sia per me che per il bambino. Anche in sala parto il
monitoraggio strumentale era ottimo. Ero li, ero lucidissima - Aspettavamo
questo figlio da 7 anni. Cosa è successo?
Dott…………, io e mio marito Le chiediamo, come
genitori e come cittadini-utenti, di promuovere un incontro, presso il Suo ufficio,
con il ginecologo e l’ ostetrica che hanno seguito il mio percorso
assistenziale e le fasi del mio travaglio in sala parto. Un incontro che io e
mio marito riteniamo doveroso concedere alla nostra angoscia e alla nostra disperazione.
In supporto a tale richiesta porto all’attenzione
delle Vostre competenze professionali e Istituzionali quanto segue: In data ………maggio
2019 giungevo al pronto soccorso ostetrico dell’Azienda. Dopo la visita
ambulatoriale completa di esami, venivo ricoverata al IV° piano della struttura
sopra menzionata. Espressi la volontà
per un parto con taglio cesareo, motivato dal mio bacino piccolo e dal peso del
bambino che si aggirava sui 3,800 kg. In reparto sono stata di nuovo visitata
da una Ostetrica. A seguito della manovra si verificarono piccole perdite
di sangue, ma la stessa ostetrica mi rassicurò dicendo che tali perdite erano
da ritenersi normali.
Nella mattinata del ………..maggio, intorno alle 6,
venivo accompagnata in sala parto e affidata alla dottoressa……………….. . Il
travaglio, dopo alcune ore, si avviava a conclusione. Ma negli ultimi minuti
del parto qualcosa non è andato come doveva ed è successo quello che è
successo.
Chiudo questa mia richiesta, riportando
testualmente una frase inserita nella pagina web di presentazione dell’Azienda:
Nei confronti del paziente/utente l'Azienda intende offrire
prestazioni che soddisfino non solo il suo fabbisogno sanitario, ma lo
accolgono considerando l'interezza dei suoi bisogni (emotivi, socio culturali,
psicologici ecc.)
Confidiamo pertanto nella Sua Istituzionale
disponibilità, non solo amministrativa, ma soprattutto solidale
Valentina, la paziente del letto 4o3
n.b. allego documento originale in PDF - Napoli 04
giugno 2019